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Ritorna Alberto Castagna con Stranamore... i problemi (chirurgici) che l'hanno tenuto lontano dalla TV.

Ricomincia Stranamore... come vedremo il conduttore che per diversi mesi è stato in fin di vita? Cerchiamo di capire cosa gli sia successo tenendo presente che tutte le considerazioni che non provengono dai dati clinici, ma sono ipotesi verosimili elaborate sulla base delle informazioni riportate in quel periodo dalla stampa… insomma l'idea che me ne sono fatto attingendo alle vostre stesse fonti: quotidiani e magazines.

Alberto Castagna soffriva di un insufficienza aortica: questo vuol dire che la valvola aortica (il più potente meccanismo valvolare dell'organismo) non funzionava bene. Vediamo quale funzione esercita la valvola aortica.
Il cuore esercita una funzione di pompaggio del sangue ricco di ossigeno proveniente dai polmoni. Il sangue ricco di ossigeno si accumula nel ventricolo (che una specie di camera di raccolta) e quando è pieno si contrae "spremendo" verso l'aorta il sangue ossigenato.

L'aorta è l'arteria più grossa del corpo, nasce dal cuore e subito comincia a ramificarsi per portare il sangue ossigenato in tutto il corpo cominciando con i vasi che irrorano il cervello, le braccia e anche lo stesso cuore come tutti gli organi ha bisogno dell'ossigeno per vivere e lavorare e anche questo muscolo (nonostante ne passi tanto) riceve il sangue, attraverso le arterie coronarie, dall'aorta. Nell'individuo adulto sano a riposo il ventricolo compie questa operazione circa 70 volte ogni minuto.
Quando il ventricolo è pieno comincia a contrarsi, la pressione all'interno aumenta e questo consente al sangue di progredire verso l'aorta. Alla contrazione del ventricolo segue il rilasciamento, la pressione all'interno del ventricolo si abbassa enormemente e il sangue tenderebbe a ritornare verso il ventricolo: ed ecco che entra in funzione la valvola aortica che chiudendosi impedisce al sangue di refluire verso il ventricolo consentendo al sangue di andare solo verso la periferia. 
Se questa valvola funzionasse bene, tutto il sangue "spremuto" dal ventricolo andrebbe verso la periferia se non funzionasse affatto cioè ci fosse un insufficienza del 100% (evenienza incompatibile con la vita) tutto il sangue tornerebbe indietro e non si riuscirebbe a rifornire di ossigeno nessun organo.
Naturalmente tra queste eventualità c'è tutta una gamma di situazioni intermedie che pur non essendo incompatibili con la vita la condizionano fortemente.
Il cuore, come sappiamo tutti non pompa sempre con lo stesso ritmo, ma quando un organo (ad esempio un muscolo) richiede più ossigeno il cuore comincia a battere più velocemente per fornire una maggior quantità di sangue ossigenato. 
Quando è che un organo richiede più ossigeno?
Nell'uomo sano per esempio durante uno sforzo come una corsa, ma nel malato di insufficienza aortica, poiché una parte del sangue ritorna indietro, il cuore per assicurare un adeguato apporto di ossigeno deve aumentare il suo ritmo (deve pomparne di più) altrimenti non arriverebbe abbastanza ossigeno agli organi. Maggiore è la quantità di sangue che "torna indietro" (cioè maggiore il grado di insufficienza della valvola aortica) maggiore è lo sforzo che deve fare il cuore (aumentando la velocità con cui batte) per riuscire a soddisfare le richieste di ossigeno; nelle forme più gravi il cuore "va al massimo" già in condizioni di riposo e non può dunque aumentare il suo ritmo, che si traduce in una pessima qualità della vita: e questo è uno dei motivi che spingono a sottoporsi all'intervento, ma non l'unico.
Il secondo motivo è che poiché l'esigenza di ossigeno può variare non soltanto in relazione all'attività fisica, ma anche in relazione ad altri fattori (per esempio un emozione) si è in costante pericolo di vita. 
Il terzo motivo è che la patologia non può migliorare anzi è destinata ad evolvere.
Insomma quando viene posta indicazione all'intervento sulla valvola aortica è bene non indugiare più di tanto e sottoporsi all'intervento così come ha fatto Alberto Castagna.

L'intervento è stato superato brillantemente, ma dopo circa tre settimane è stato ricoverato d'urgenza per una patologia ben più grave che se non trattata chirurgicamente immediatamente è fatale: la rottura dell'aneurisma dissecante dell'aorta.

Come abbiamo già detto è l'arteria più grossa del corpo; è come un grosso tubo che però dall'origine verso la periferia si assottiglia un po'. Molto grosso il calibro all'origine dal cuore (ventricolo sinistro) diventa più sottile man mano che si divide nelle arterie che forniscono il sangue a tutti gli organi del corpo umano a cominciare dal cuore stesso, dalla testa e dalle braccia e via via agli organi interni come per esempio stomaco e intestino e finisce per dividersi nelle due arterie iliache che forniscono sangue ossigenato agli organi della regione addomino-pelvica e agli arti inferiori.
È come un tubo, ma non è fatta come un tubo, la struttura è molto complessa e questa complessità è necessaria per le funzioni che deve assolvere.
La parete di un tubo è fatta di gomma, quella delle arterie hanno invece ben 3 strati (chiamati tonaca intima, tonaca media e tonaca avventizia) ciascuno con una sua ben definita funzione e naturalmente nell'aorta sono molto spessi dovendo sopportare un carico di lavoro notevole.
Nell'aneurisma dissecante dell'aorta il sangue comincia a farsi strada tra questi strati e in alcuni punti la parete può essere molto sottile e quindi molto fragile: una rottura della parete da origine ad un'emorragia quasi sicuramente letale.
Alcune figure chiariranno meglio cosa succede. 

interno dell'aorta nel quale scorre il sangue
tonaca intima
 (rivestimento interno)
tonaca media
 (muscolare)
tonaca avventizia
 (rivestimento esterno)

Sezione schematica dell'aorta normale (le proprozioni NON sono state rispettate).

In condizioni normali il sangue (in rosso) scorre all'interno di una robusta parete composta dai tre strati intima media ed avventizia.

 

il sangue oltre che  all'interno  scorre
 nello spessore della aorta
.
tonaca intima
 (rivestimento interno)
tonaca media
 (muscolare)
tonaca avventizia
 (rivestimento esterno)
Sezione schematica dell'aorta
aneurismatica
(le proprozioni NON sono state rispettate).

Il sangue (in rosso) oltre che scorrere all'interno dell'arteria si fa strada tra i suoi stratie in alcuni punti la parete estremamente sottile può rompersi facilmente.

L'aneurisma che ha colpito Castagna è cominciato nell'arco dell'aorta (nella parte iniziale) e si è poi esteso in varie riprese fino all'aorta addominale, per cui è stato necessario sostituire l'aorta con una protesi in materiale biocompatibile. La sostituzione avviene togliendo via il tratto con l'aneurisma e "cucendo" la protesi. 

Le difficoltà tecniche consistono proprio dal fatto che dall'aorta originano direttamente tutte le arterie più importanti e queste adesso dovranno essere collegate con una cucitura (si dice anastomizzate) alla protesi. Castagna di queste cuciture ne ha tantissime.
I rischi: la protesi per quanto indistruttibile (sopravvivrà all'individuo!) è però costituita da materiale inerte: cosa vuol dire questo? Vuol dire che l'aorta essendo costituita da materiale vivente ha in se la capacità di rispondere alla infezioni, mentre la protesi non la ha. 

Un infezione della protesi si estenderebbe e sarebbe controllata difficilmente con gli antibiotici e tenderebbe a progredire fino alla cucitura (sutura) con la struttura vivente.
La sutura rappresenta il punto debole: per sempre legherà la protesi alle strutture viventi e la vita dipenderà dalla tenuta di questa cucitura: generalmente tiene abbastanza bene, ma un'infezione potrebbe farla saltare mettendo in pericolo di vita il paziente.

 

Una serie di infezioni ha invece complicato il decorso post operatorio di Castagna, che ha costretto i chirurghi a operarlo più volte e sottoporlo ad intensissime terapie antibiotiche, più volte si è temuto per la sua vita, ma finalmente Alberto Castagna ne è uscito.
La qualità della sua vita però non potrà più essere la stessa, sia per i controlli ai quali dovrà costantemente sottoporsi sia per i danni fisici che sono residuati.

20/02/2001    Dott. Domenico Alfieri