Eseguito il 2° trapianto di mano in Italia, ancora a Monza e ancora dal prof. Lanzetta e dalla sua équipe: sebbene sia un grande risultato io non mi farei operare allo stato attuale delle conoscenze di un simile intervento, vediamo perché.
La mancanza di una mano non è una condizione incompatibile con la vita, in effetti ne viene compromessa solo una certa qualità; qualità che allo stato attuale delle conoscenze non sembra migliorare poi di molto, anzi sembra addirittura peggiorare.
La mano è un organo molto complesso altamente specializzato molto più preciso per esempio del "grossolano" cuore la cui unica funzione è quella di pompare sangue contraendosi continuamente e "involontariamente", questo movimento però è indispensabile per la vita perché spinge il sangue in tutti i distretti dell’organismo.
Questo significa che la riabilitazione potrebbe comportare anni e non raggiungere comunque un grado soddisfacente. Inoltre, per evitare il fenomeno del rigetto, bisogna neutralizzare il nostro sistema immunitario assumendo dei farmaci che lo sopprimono (detti appunto immunosoppressori) ... per tutta la vita.
Il sistema immunitario è quel sistema che combatte nel nostro organismo le aggressioni da parte di agenti estranei. quando un batterio penetra nel nostro organismo il nostro sistema immunitario non lo riconosce (capisce cioè che non fa parte del nostro organismo) e allora comincia a produrre anticorpi, che sono cellule specializzate alla distruzione degli agenti non riconosciuti. Questo meccanismo è importantissimo perché ci difende da virus, batteri ecc. che finche non sono distrutti dal sistema producono in noi lo stato di malattia. C’è un altro gruppo di cellule che il sistema immunitario combatte e sono le cellule tumorali. Cellule tumorali, cioè modificate e potenzialmente pericolose se ne formano in continuazione nell’organismo ma il sistema immunitario non "riconoscendole" come proprie perché appunto modificate, le distrugge quasi sempre prima che possano cominciare a riprodursi in maniera pericolosa e dare origine al tumore.
è facile capire a questo punto a quali rischi va incontro chi questo sistema è costretto a "sopprimerlo": maggiore suscettibilità ai virus, ai batteri, ai funghi, ma anche maggiori rischi di sviluppare una neoplasia. Se il rischio è accettabile di fronte ad una aspettativa ridotta di vita come in un grave cardiopatico certamente non lo è nell’amputato di mano.
Impossibilità a riconquistare la funzionalità piena a costo di sacrifici che durano anni per la riabilitazione. La necessità di sottoporsi a terapia immuno soppressiva per tutta la vita.
Problemi psicologici legati al non riconoscimento come proprio dell’arto.
Io ORA non mi farei operare... ma sono grato al prof. Lanzetta per la scuola che creerà facendo questo intervento e a coloro che si sottopongo al trapianto. Presto con l’ingegneria genetica il problema del rigetto potrebbe essere superato e l’uso di cellule staminali (che in altri campi già si fa) potrebbe permettere di ricostruire perfettamente le cellule nervose, i tendini e i muscoli e dare alla mano trapiantata un grado di specializzazione nei movimenti (e magari anche nella sensibilità) vicino a quello dell’arto perduto.
20/10/2001 Dott. Domenico Alfieri